Rita Tazzioli e Pierluigi Bertoldo affrontano, con un esempio applicativo, il tema della valutazione del rischio incendio, nell’articolo pubblicato sul numero 108 (IV trimestre 2014) di Dossier Ambiente intitolato “SICUREZZA ANTINCENDI: OBBLIGHI E SVILUPPI TECNICO-NORMATIVI” edito da Associazione Ambiente e Lavoro.
Nell’articolo, gli autori approfondiscono le linee guida contenute negli allegati del DM 10 marzo 1998, che offrono un’esemplificazione di come procedere alla valutazione specifica del rischio di incendio in ambito aziendale, e stabiliscono, sulla base dell’entità del rischio residuo, i criteri per la scelta delle principali misure di sicurezza antincendio da attuare.
La letteratura ci propone una ampia serie di metodologie per l’analisi del rischio, ognuna delle quali conduce a soluzioni più o meno sofisticate e precise. Una delle valutazioni più comuni consiste nell’individuare e valutare quelli che sono gli elementi alla base della definizione del Rischio:
- Probabilità/Frequenza accadimento: occasioni/anno dell’evento incendio
- Magnitudine: entità dei danni connessi al manifestarsi dell’evento
Per entrambe le voci, inoltre, è possibile pensare a delle misure atte a ridurle così da contenere il rischio ad esse ad associate. Tale approccio, risulta oltremodo evidente qualora si analizzi l’andamento delle curve isorischio Frequenza-Magnitudo.
La frequenza di accadimento, esprimendo la probabilità che l’evento accada, è ridotta dalle misure preventive, ossia da tutte quelle misure che hanno lo scopo di impedire che l’evento pericoloso – nel nostro caso l’incendio – si manifesti. Al contrario la magnitudine è mitigata attraverso misure di protezione, ossia tutte quelle misure che, una volta che l’evento si è verificato, ne possono limitare le conseguenze.
L’approccio adottato nell’analisi di rischio di tipo qualitativo, secondo quanto contenuto nelle linee guida riportate nell’Allegato I del D.M. 10/3/98, garantisce una completezza di analisi, un’omogeneità di trattazione e un giusto grado di approfondimento, in linea con la natura e gli scopi dell’indagine da condurre.
Nell’articolo, dopo un breve escursus normativo, volto a trattare i contenuti del decreto relativi alla valutazione del rischio di incendio e ad approfondirne alcuni temi chiave, viene proposto un esempio applicativo, utilizzabile per realtà lavorative di minore complessità.
I contenuti dell’articolo completo sono pubblicati su Dossier Ambiente. Per abbonarsi alla rivista periodica, contattare Associazione Ambiente e Lavoro. Gli autori dell’articolo sono disponibili per eventuali approfondimenti e chiarimenti tecnici.