Dal 01/01/2016 gli impianti elettrici aziendali dovranno essere adeguati alla nuova regolazione tariffaria per i prelievi di energia reattiva (Cosfì).
L’Autorità per l’energia elettrica ed il gas ed il sistema idrico, con delibera n. 180 del 2013, ha stabilito le nuove regole per quanto riguarda i prelievi di energia reattiva sul proprio impianto elettrico aziendale.
L’energia reattiva, è una energia “fisiologica” prelevata da tutti gli impianti elettrici aziendali senza essere tramutata in lavoro.
Un prelievo in eccesso induce problemi sull’impianto stesso e sulla rete di distribuzione elettrica.
Per ottimizzare la resa delle proprie infrastrutture elettriche, il distributore deve contenere il prelievo di energia reattiva sulla propria rete.
Per questo addebita penali ai soggetti con contratto di fornitura superiore a 16,5 kW, che prelevano energia reattiva in eccesso rispetto al consentito.
Il parametro che definisce il prelievo di energia reattiva è il cosfi (coseno dell’angolo di sfasamento, denominato anche fattore di potenza), che può assumere valori compresi tra 0 e 1.
Fino al 2015 veniva applicata una penale per valori inferiori a 0,894 solo nella fascia F1 ed F2, non per la fascia F3 (notturna e domenicale).
A decorrere dal 1° gennaio 2016 gli impianti elettrici aziendali dovranno essere adeguati alla “Regolazione tariffaria per i prelievi di energia reattiva ai punti di prelievo in Bassa Tensione e Media Tensione”.
Questo impone, ai clienti finali aventi potenza disponibile superiore a 16,5 kW, requisiti più restrittivi per quanto riguarda il prelievo di energia reattiva dalla rete:
– le penali in fattura scattano se il valore del cosfi assume valori inferiori a 0,95;
– sotto il cosfi 0,7 medio mensile o inferiore a 0,9 in corrispondenza del massimo carico il gestore di rete potrà imporre il rifasamento o addirittura il distacco dalla rete.
I parametri di cosfì medio e di energia attiva e reattiva si desumono dalla bolletta elettrica, ma non dicono nulla in merito ai valori istantanei, la cui conoscenza è desumibile solo attraverso accurate misure e registrazioni.
Le aziende che vogliono conoscere lo stato di esercizio della loro rete è opportuno che conducano una idonea campagna di misure che, oltre a individuare eventuali azioni migliorative, consente di evidenziare altri possibili problemi, quali la distorsione armonica e i buchi di tensione.
Per ovvie ragioni, è preferibile affidarsi ad professionisti o società indipendenti, che non abbiano interessi nel campo degli impianti elettrici e dei sistemi di rifasamento.
Installatori e fornitori potranno invece avere un ruolo successivo una volta individuate le misure di adeguamento.
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Davide Salvagio