La Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, già espressione del dicastero di via Vittorio Veneto, ha recentemente approvato il documento che introduce procedure semplificate, in materia di sicurezza, per le Piccole e Medie Imprese, ovvero per quegli enti tali da computare meno di 250 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro.
Il nuovo disciplinare è funzionale non solo all’applicazione del T.U. 81/08, ma anche al contenimento ed al controllo del rischio aziendale in materia di sicurezza con riferimento alla responsabilità amministrativa dell’ente ed alla conseguente attivazione delle necessarie procedure di prevenzione, – i cosiddetti “modelli” – , ai sensi del D.lgs 231/01.
Ed infatti, il documento emesso dalla Commissione, nella sua veste esemplare, si propone alle PMI come un “modello 231”, ovvero un protocollo organizzativo di valutazione aziendale dei rischi e di analisi delle scelte finalizzate all’adempimento degli obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, inclusive del novero degli elementi di criticità, degli strumenti di prevenzione dei reati contemplati all’art. 25 septies del D.lgs.231/01, ovvero “Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro”; nonché degli obiettivi di miglioramento, aspirando ad un’efficacia quanto più esimente dalla paventata commissione dell’illecito.
A tal fine, il testo proposto si avvale di una serie di schede, recanti indicazioni utili alla quanto più facile individuazione di tutte le informazioni necessarie alla predisposizione del “modello” peculiare a ciascuna azienda, così da accompagnarne l’elaborazione, la compilazione ed il contestuale recepimento degli adeguamenti posti in essere, in esecuzione dei termini di legge.
In particolare, il protocollo organizzativo adottato dovrà contenere tutti gli elementi indicati all’art. 30 del T.U. 81/08 e prevedere la nomina dell’Organismo di Vigilanza ai sensi del D.Lgs. 231/01, ovvero di un comitato deputato a vigilare sull’osservanza del “modello” ed a curarne l’aggiornamento.
È nei fatti che l’iniziativa della Commissione, oltre la semplificazione inaugurata, punti a diffondere l’obiettivo “sicurezza” tra tutti i soggetti interessati ed a coniugarne i mancati esiti, in concorrenza alle violazioni previste dal D.lgs. 231/01, al degradamento a carico dell’intera impresa, passibile di sanzioni amministrative, pecuniarie ed interdittive fino alla confisca ed al commissariamento.
In questo senso, il ricorso alla consulenza di professionisti 231/01, stante la tecnicità della materia e la vastità dei settori produttivi sottoposti alla omonima regolamentazione legislativa, potrà efficacemente sostenere l’organizzazione aziendale, rivelandosi un investimento di immediata concretizzazione nel presente e di ampia proiezione nel futuro.
Avv. Massimiliano Falconi, Studio Legale Falconi, Roma