Nuove disposizioni anti-COVID più restrittive
Il DPCM del 3 novembre 2020 contiene disposizioni anti-COVID più restrittive che richiedono alle aziende di verificare e, nel caso, aggiornare il proprio protocollo di prevenzione del contagio COVID-19.
Gli aspetti nuovi da considerare nella revisione del protocollo sono:
- limiti agli spostamenti nelle diverse zone del territorio nazionale. Il Ministero dell’Interno diffonde gli schemi per le autodichiarazioni che possono essere esibiti durante i controlli di polizia a giustificazione degli spostamenti e che le aziende possono supportare con documenti che comprovino le esigenze lavorative;
- formazione dei lavoratori, per valutare l’efficacia di corsi svolti a distanza e la possibilità di riprogrammazione. È residuale la formazione in presenza nel caso di prove pratiche, nel rispetto dell’All.9 del DPCM;
- lavoro agile. Anche nel settore privato, il ricorso al lavoro agile va implementato per le attività che possono essere svolte fuori dalla azienda;
- adozione di misure aggiuntive rispetto al protocollo condiviso del 24 aprile e provvedimenti da adottare in caso di quarantena (registrazione di casi positivi in azienda);
- sistema aziendale di monitoraggio continuo mediante la periodica somministrazione di tamponi antigenici rapidi (o, quando saranno disponibili, tamponi salivari) su base volontaria;
- prevenire il contatto stretto, ad esempio, ampliando a due metri il distanziamento tra le persone/postazioni di lavoro ovvero (o in aggiunta) organizzare la disposizione dei posti di lavoro evitando il contatto “faccia a faccia” (es. schermi divisori);
- disporre sempre l’uso permanente della mascherina chirurgica anche nei luoghi di lavoro (es. open space) e non solo negli spazi comuni;
- prevedere l’uso dei DPI (mascherine FFP2 senza filtro) per le ipotesi maggiormente a rischio (contatti continuativi ravvicinati).