La metodologia di valutazione del rischio chimico CHEOPE-CLP

La metodologia di valutazione del rischio chimico CHEOPE-CLP viene incontro alle esigenze del Datore di Lavoro e dell’RSPP perché consente:

  • di effettuare la valutazione del rischio secondo entrambe le classificazioni (C.E. e CLP) e di confrontare agevolmente i risultati ottenuti, mantenendo lo “storico” delle SDS e delle valutazioni precedentemente effettuate;
  • di fornire un giudizio quantizzato sul livello di rischio per la salute e per la sicurezza, anche in assenza di monitoraggi ambientali;
  • di calcolare l’indice di rischio preliminare, in assenza delle misure di protezione, e l’indice di rischio residuo, consentendo di verificare, quindi, l’effettiva efficacia delle misure adottate;
  • di calcolare l’indice di rischio riferito all’uso della specifica sostanza o preparato, ma anche l’indice di rischio complessivo di mansione, per valutare l’effetto combinato di agenti chimici pericolosi.

E’ bene, infatti, ricordarsi che i soli monitoraggi ambientali non permettono da soli di esprimere un giudizio completo sul livello di rischio dei lavoratori, perché:

  • non è possibile avere parametri di riferimento per tutte le sostanze e miscele in uso o addirittura per l’uso combinato degli stessi;
  • non è possibile formulare un giudizio sul rischio per la sicurezza, richiesto dalla normativa, se non attraverso un metodo algoritmico consolidato.

Il modello CHEOPE-CLP prevede l’identificazione e quantificazione di tutti i parametri che concorrono alla valutazione del rischio chimico, cioè dei parametri che descrivono:

  • la frequenza dell’evento in assenza di misure di prevenzione;
  • le misure di prevenzione (riduzione della frequenza);
  • la magnitudo del danno in assenza di misure di protezione;
  • le misure di protezione (riduzione della magnitudo del danno).

Si può descrivere un indicatore del rischio dato dalla produttoria dei diversi parametri sopra individuati (indice di rischio di esposizione) e parimenti si può descrivere un indicatore del pericolo dato dalla produttoria dei parametri senza tenere conto delle misure di prevenzione e protezione.

Trattando di rischio chimico, è chiaro che buona parte dell’indice di rischio debba essere ascritta alle caratteristiche di pericolo dell’agente chimico considerato; per questo motivo il metodo di valutazione CHEOPE-CLP associa a ciascun agente chimico una serie di indici di pericolo, ciascuno relativo ad una particolare tipologia di pericolo. Gli indici definiti si possono così riassumere:

  • IPINA: indice di pericolo relativo alla via inalatoria
  • IPCCP: indice di pericolo relativo alla via da contatto con la pelle
  • IPING: indice di pericolo relativo alla via di ingestione
  • IPIRR: indice di pericolo relativo al pericolo di irraggiamento da incendio
  • IPODU: indice di pericolo relativo al pericolo di onda d’urto da esplosione
  • IPINS: indice di pericolo relativo all’instabilità o all’incompatibilità dell’agente chimico con altri
  • IPSTF: indice di pericolo relativo ai pericoli dovuti alle caratteristiche chimico-fisiche

Il valore assegnato agli indici di pericolo dipende principalmente dalle frasi di rischio (R o H) assegnate all’agente chimico pericoloso ai sensi della normativa sull’etichettatura di sostanze e preparati.

Nell’ambito della valutazione dei rischi per gli operatori dovuti alla presenza sul luogo di lavoro di agenti chimici pericolosi occorre distinguere tra le diverse modalità di interazione tra agente chimico ed operatore potenzialmente esposto.

Vengono prese in considerazione le seguenti modalità di esposizione:

  • inalazione
  • contatto con la pelle
  • ingestione
  • irraggiamento
  • onda d’urto

Per quanto riguarda i pericoli per la salute è necessario distinguere tra effetti di:

  • Tossicità acuta
  • Irritazione
  • Corrosività
  • Sensibilizzazione
  • Tossicità per dose ripetuta
  • Mutagenicità
  • Cancerogenicità
  • Tossicità riproduttiva
  • Esplosività
  • Infiammabilità
  • Potere ossidante

e gli effetti derivanti da

  • instabilità o incompatibilità
  • stato chimico-fisico dell’agente chimico pericoloso.

Un’ulteriore differenziazione è stata esplicitata in relazione alla tipologia di situazione lavorativa nella quale risulti possibile l’esposizione. Si è pertanto distinto nel metodo tra:

  • Attività con esposizione normalmente prevista. Questo caso si verifica se, durante le normali attività della mansione, è prevista almeno una fase nella quale c’è esposizione all’agente chimico (agenti utilizzati a ciclo aperto)
  • Attività con esposizione accidentale. Anche in situazioni di assenza di esposizione durante le normali attività lavorative occorre valutare la possibilità di esposizione a seguito di anomalie/incidenti;
  • Attività con esposizione da contaminazione dell’ambiente di lavoro. Questo caso si ha quando è possibile una continua, anche se piccola, dispersione dell’agente chimico nei luoghi di lavoro

Il quadro completo delle casistiche si ottiene combinando tra loro le tipologie dei pericoli e le tipologie delle situazioni lavorative Per ciascuna di essere, nel metodo sono state messe a punto gruppi di domande che consentono di attribuire ai diversi fattori che compongono l’indice di rischio potenziale opportuni valori e di fornire, in funzione di una specifica soglia di riferimento, un giudizio sul livello di rischio:

  • irrilevante/non irrilevante per la salute;
  • basso/non basso per la sicurezza

Una volta determinati gli indici di rischio di esposizione unitari, è possibile determinare i contributi complessivi relativi alle diverse tipologie di pericoli e di attività svolte. Per ciascun agente chimico implicato in ciascuna mansione vengono quindi calcolati con somma logaritmica gli indici di rischio complessivi per tipologia di pericolo. In un’unità produttiva caratterizzata da più mansioni l’indice complessivo sarà pari a quello della mansione con l’indice più elevato.

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